Nei giorni scorsi il Prof. Patrizio Bianchi dell’Università di Ferrara (@profpbianchi) ha tenuto una lezione agli studenti della Scuola presso il Dipartimento di Economia di @unife.it Una lezione che ha spaziato dal livello internazionale fino alle ricadute locali.

 

Il concetto di sviluppo, declinato sul piano sociale, economico e umano. Al centro, la costruzione della comunità in un mondo “in continua e rapidissima evoluzione“. Patrizio Bianchi, ex ministro, già rettore di Unife e titolare della cattedra Unesco, è stato l’ospite della quarta tappa della Scuola di Sviluppo Territoriale. Dopo un excursus storico-economico sul fenomeno della globalizzazione Bianchi torna a parlare del territorio estense. “La visione – spiega – deve essere globale, aperta. Non è ammissibile pensare di chiuderci in noi stessi. Le risorse di questa realtà possono assumere una portata globale“. Occorre lavorare per “salvaguardare e difendere il concetto di comunità“. Superando, in questo senso, l’illusione che si ebbe all’indomani del 1989: “mai più guerre e il mercato come ente regolatore di tutti i meccanismi“. Dalla dimensione nazionale a quella internazionale, Bianchi fa leva sulla necessità di “ancorarsi sempre di più all’Europa“. Il Vecchio Continente che in questo momento “appare stanco” deve trovare una “rinnovata unità sui temi strategici come la politica estera e la difesa“. “La scuola – spiega – deve essere un luogo inclusivo, deve preparare i giovani al futuro ed è uno straordinario motore per la crescita del territorio“. E, in questo senso, la Scuola di Sviluppo deve “preparare i giovani ad affrontare i conflitti e saper fornire gli strumenti per risolvere i problemi”.

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